Fase3: l’Autostazione Tibus intensifica il numero delle corse

L’Italia entra oggi nella Fase3 e l’Autostazione Tibus di Roma intensifica i servizi di trasporto per tutti gli utenti che ora possono tornare a muoversi liberamente anche tra le regioni. Dopo la fase di lockdown, che aveva visto una consistente riduzione delle corse, la struttura si è attivata per offrire maggiori collegamenti, nell’ottica di tornare presto alla piena attività.

L’Autostazione della Capitale ha riattivato le linee per numerose destinazioni: Abruzzo, Marche, Calabria, Basilicata, Puglia, Salerno, Bari e Lecce. Si tratta di corse che raggiungono anche città del nord come Milano e Torino.

“Da questa mattina si riparte con un livello di servizio maggiore – ha spiegato Tullio Tulli, consigliere di amministrazione della società Tibus, nel servizio di apertura della trasmissione ‘UnoMattina’ di Rai 1 -. Tra arrivi e partenze, ora sono disponibili circa 70 autobus: durante il lockdown i collegamenti disponibili erano 30. Ci avviamo verso una fase di normalizzazione, anche se purtroppo siamo ancora lontani dai 600 collegamenti assicurati prima delle misure per il contenimento del contagio”.

Tibus ha continuato ad assicurare i collegamenti minimi anche nel periodo di lockdown, adottando i protocolli previsti dai Dpcm e dal Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti relativi alle linee guida per la sicurezza. Sono state messe in campo diverse azioni per contrastare la diffusione del contagio, come la misurazione della temperatura all’accesso dell’Autostazione (misura spesso ripresa anche dai singoli operatori), l’obbligo della mascherina e il rispetto della segnaletica orizzontale.
L’azienda ha messo in atto anche un piano straordinario integrativo di sanificazione e disinfezione di tutte le superfici a contatto con il pubblico, in linea con le indicazioni pervenute da enti e autorità competenti.

Per quanto riguarda i collegamenti internazionali, sarà necessario aspettare almeno il 15 giugno per superare le limitazioni imposte da alcuni Paesi che impediscono lo svolgimento di questo tipo di servizi.

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