Patanè: “L’autostazione Tibus non si sposta. L’ubicazione a ovest è la migliore che abbiamo”

“Non mi convince il trasferimento a est del piazzale dell’autostazione perché i passeggeri dovrebbero fare percorsi abbastanza lunghi per arrivare alla metropolitana, tra gli 800 e 1km a piedi”. Lo ha detto l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale Eugenio Patanè nel corso di un recente consiglio straordinario municipale in cui si è discusso del piano di riassetto della stazione Tiburtina ereditato dall’amministrazione Cinque Stelle.

Il consiglio ha criticato molti punti del piano ma ha anche precisato che a causa di diversi vincoli contrattuali sarà impossibile modificarne l’assetto generale; la giunta Gualtieri punta però a mitigarne gli aspetti ritenuti più controversi per andare incontro alle richieste che cittadini e residenti hanno avanzato negli ultimi anni, in particolare per quanto riguarda il possibile spostamento dell’autostazione nel piazzale est, ipotesi messa in campo dalla precedente amministrazione.

Secondo l’assessore Patanè “l’ubicazione a ovest è la migliore che abbiamo. In questo caso, però, Tibus o chi altri devono presentare progetti accettabili di restyling che facciano diventare quel piazzale una sorta di terminal aeroportuale, moderno, bello visivamente, sopportabile acusticamente”.

Sul tavolo dell’assemblea anche il futuro dell’ex centro Ittiogenico: uno spazio di 1.168 metri quadrati di superficie interna più 3.971 metri quadrati di aree esterne. Nato nel 1895, l’istituto oggi non è più di proprietà della Regione, nel dicembre 2016, infatti, è stato trasferito a un fondo immobiliare, l’InvimitSgr Spa. Dal 2019 è in vendita a 3 milioni e 450.000 euro e la destinazione sarebbe di tipo commerciale.

L’ex centro Ittiogenico può essere riconsegnato al Municipio per realizzare progetti sociali e culturali”, ha detto Patanè. Dello stesso avviso l’assessora alla Mobilità del II Municipio, Valentina Caracciolo: “Sull’ex Ittiogenico, questione purtroppo tralasciata da anni, vedo la possibilità di riconsegnare al quartiere e alla città uno spazio dall’enorme potenziale. Che sia stato venduto a un fondo immobiliare fa male. Quell’edificio deve svolgere funzioni dedicate alla collettività, il mio sogno sarebbe che tornasse nella piena disponibilità dell’amministrazione locale”.

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